giovedì 19 gennaio 2012
Liberalizzazione orari apertura: tutti contro tutti
Sulle conseguenze del decreto Salvaitalia che liberalizza gli orari di apertura degli esercizi commerciali siamo solo all’inizio. Passato il primo momento di disorientamento i vari attori cominciano ad organizzarsi e iniziano a palesarsi le contraddizioni tipiche della nostra Italia. Se da un lato infatti nel settore del commercio le iniziative non mancano, iniziano a vedersi le reazioni di tutti coloro che di queste liberalizzazioni non vogliono proprio sentirne parlare.
A Padova, per esempio, si è consumato il primo atto della sfida tra Regione, che si ritiene ancora l’ente che deve autorizzare le aperture ex straordinarie, e diversi gruppi distributivi, tra cui Auchan, Despar, Pam ed Alì, che hanno scelto di aprire alcune loro strutture nella giornata di domenica 15, sfidando la nuova legge regionale sul commercio, promossa dall’assessore Isi Coppola con il pieno assenso delle associazioni e dei sindacati di categoria e recepita anche dal Comune di Padova. Comune che ha inviato i vigili urbani a multare le strutture aperte. E la domanda nasce spontanea: ma in questa nuova guerra del commercio, destinata a durare a lungo e che finirà senz’altro nelle aule dei Tar e del Consiglio di Stato, ha ragione chi fa riferimento al decreto SalvaItalia del 16 dicembre 2011 oppure chi si attiene alla nuova legge regionale già approvata da palazzo Ferro Fini? «Non è un quesito facile – afferma Alberto Cartia, avvocato padovano esperto di diritto amministrativo – A prima vista il delicato quesito potrebbe sfociare in una doppia interpretazione alla luce di tutte le novità apportate dal decreto Monti in materia di liberalizzazioni. Se, però, andiamo ad approfondire alle radici lo scottante interrogativo, ci rendiamo conto che hanno ragione i politici, gli imprenditori ed i commercianti che fanno riferimento alla legge regionale perché è la Carta Costituzionale ad affermare che, come d’altronde per la sanità, la competenza esclusiva del commercio spetta alle Regioni».
Altre regioni, come il Piemonte, non stanno rispondendo con la stessa durezza, anzi si mostrano abbastanza favorevoli agli orari liberi. E’ quindi evidente che in questa vicenda di chiaro non c’è ancora nulla, e che si dovranno attendere le varie interpretazioni (sperando che siano unanimi) per capire il destino di queste liberalizzazioni, con il rischio concreto che sia applicata a macchia di leopardo e a corrente alternata a secondo delle convinzioni delle amministrazioni pro tempore.
FONTE :http://www.gdonews.it/2012/01/orari-aperture-in-tutti-contro-tutti.html
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