sabato 14 marzo 2009

ricevo e pubblico

condizione femminile

Ciao sono Lina, operaia e delegata tessile in mobilità, vorrei esprimere un pensiero sulla situazione attuale...

L’aumentare della disoccupazione è motivo di paura e smarrimento per ogni individuo e per ogni fascia di età.

Penso al dramma dei giovani lavoratori precari, ma in modo particolare agli “over 40 e 45, fascia di lavoratori a rischio di perdita dell’occupazione e di difficile reinserimento nel mondo del lavoro,

Ed è di quest’ultimi che vorrei parlare. Molte aziende (leggendo i giornali), considerano la soglia dei 40 il limite massimo per investire o disinvestire sulle risorse umane,
e poiché per le aziende, i lavoratori e in modo particolare le lavoratrici cosidette “mature”, costano di più e sono meno flessibili, fan di tutto per mandarle a casa perché ritenute un problema, (per i motivi che già conosciamo, la cura dei figli, anziani,ecc ecc) per poi inserire elementi giovani, con contratti a termine, di apprendistato, giostrandoli e sfruttandoli a loro piacimento e magari illudendoli.

E’ sicuramente una situazione gravosa per tutti i lavoratori ma credo che a farne le spese maggiori saranno le donne, già prese pesantemente di mira a partire dalla cancellazione del divieto di consegnare dimissioni in bianco, una fortuna per quei datori di lavoro che non vogliono saperne di maternità – ad arrivare alla proposta dell’allungamento dell’età pensionabile.

C’è una contraddizione però in tutto questo: da una parte, politicamente, si spinge all'allungamento dell'età pensionabile e dall’altra a livello aziendale si fa di tutto per lasciarle a casa.

Vorrei sapere, a chi si riferisce l'aumento dell'età pensionabile, se poi si viene cacciate a 40 / 45 anni?

Sono gli "over 45" espulsi dal mercato del lavoro che diventeranno i nuovi poveri, cioè quelle persone che, pur con qualifiche professionali, si ritrovano a diventare disoccupati storici, disagio ancora più alto per il mondo femminile. Non è il singolo individuo disoccupato che è vittima dell'espulsione dal lavoro, ma un intero nucleo familiare che risente di tale situazione, specialmente quando non si ha nessuno che possa aiutarti, diventato ormai una persona esclusa dall'attuale sistema sociale.

Queste lavoratrici prima pensavano al futuro, chiedendosi " forse riusciremo a..."; poi il futuro ha incominciato ad essere incerto e a far paura, ora, NON ESISTE!
Dovranno aspettare i 65 anni - ben vent’anni senza una retribuzione, per aver una misera pensione con la quale sopravvivere!!


E' necessaria, per gli "over 45" che non hanno lavoro, la priorità di creare un mercato di lavoro (creando corsi di riqualificazione profess.) esclusivamente rivolto a queste categorie, essendo diventate INVISIBILI, anche con incentivi alle aziende che assumono, con contributi mensili di solidarietà sociale in base al reddito, o in riferimento ai titoli di studio conseguiti, al tempo di permanenza nelle liste di disocc. ecc..., ma, nel nostro Paese e soprattutto in questo particolare momento, purtroppo, non esiste la volontà strutturale di risolvere questo dramma che attanaglia le tante famiglie in crisi.

Lina Reggio Emilia. 13/03/2009

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