mercoledì 14 gennaio 2009

OFF TOPIC



LA QUESTIONE MEDIO ORIENTALE

Per l’ Unione Europea è arrivato il momento di prendere una decisione sul dal farsi in medio oriente non può accodarsi alle decisioni del governo Americano.Il governo Americano oltre all’evento storico di quest’ ultima elezione non farà passi temerari che potrebbero avere conseguenze inimmaginabili, ma bensì scelte moderate dettate dalla prudenza e nel “buon senso degli opportunismi”.L’ Iran auspica la dissoluzione dello stato d’ Israele, ovvero puntare su una strategia a lungo termine e investendo su un semplice fattore,ovvero, l’invecchiamento della popolazione d’ Israele.E’ per vero che il Tsahal ( l’esercito Israeliano) e’ una macchina da guerra ma i Palestinesi fanno più figli, in Palestina vige la società patriarcale, il rapporto e’ quasi 6 a 2 per i palestinesi.
Ogni bambino che nasce a
Gaza vede solo cemento e macerie quindi non e’ da scandalizzarsi se un bel giorno qualcuno decide che oltre a lanciare sassi e a mettere bombe si faccia saltare in aria.
I “fantomatici” i missili
Qassam sono piu’ armi psicologiche che reali hanno una testata composta da nitrato e sangue di bue il resto del principio attivo e’ nitrato e zucchero.Ben altro usa Israele è indubbio che i rapporti di forza in questa guerra sono sproporzionati.Israele fra un mese va a votare, Abu Mazen ( o Mahmoud Abbas ) e’ a fine mandato e in Iran ci saranno le elezioni fra 6 mesi mentre in Siria sono state liberalizzate le frequenze radio, quindi sono nate le radio libere.Insomma una situazione estremamente in “movimento”.
La
Siria e’ governata da un potere personale patrimoniale in mano ad una minoranza sciita mussulmana, gli alauiti (ma sono laici e secolarizzati) mentre l’ Iran tutto sciita e’ guidato da una teocrazia (in realtà un vero e proprio sultanato secondo quella che e’ la definizione del fu’ sociologo Max Weber).
In
Libano ci sono tre confessioni che hanno parità di seggi in parlamento e parità di cariche istituzionali in base a una convenzione costituzionale risalente al "patto nazionale" (al-mīthāq al-watanī) del 1943, che integra o interpreta la costituzione del 23 maggio 1926, le più alte cariche dello stato sono assegnate ai tre gruppi principali: il presidente della repubblica è maronita, il primo ministro è sunnita, mentre il presidente del parlamento è sciita.
ma ad oggi i
musulmani e fra questi quelli di rito sciita sono la maggioranza effetiva, un tempo i cristiani costituivano la maggioranza, attualmente, secondo le stime del governo statunitense, i musulmani sono all'incirca il 60% della popolazione libanese.
La popolazione
sciita principalmente si rifà a Hezbollah (il partito di dio) che e’ finanziato da Iran e Siria mentre i cristiani libanesi e anche i cristiani palestinesi si sono ridotti demograficamente e anagraficamente, difatti sono per la maggior parte emigrati i usa e in EuropaL’ Iran e la Siria finanziano anche Hamas che ha vinto le elezioni nella Striscia di Gaza creando di fatto 2 palestine la vittoria di Hamas e’ data dal fatto che Hamas investe i suoi contributi per il sostentamento delle famiglie e della popolazione palestinese mentre l’ OLP ( Organizzazione per la Liberazione della Palestina ) di cui al-Fatḥ (impropriamente nota come al-Fatah), e’ la componente principale e il cui capo carismatico era Yassir Arafat, oggi sostituito da Mahmoud Abbas (noto anche come Abu Mazen);coalizione storica politica e paramilitare palestinese, considerata dalla Lega araba a partire dal 1974 la legittima "rappresentante del popolo palestinese".[1] formata dai patrioti repubblicani e dai socialcomunisti ha perso elettorato perche’ accusata di corruzione.I vertici del partito comunista palestinese , nella figura di Aḥmad al-Sa’dāt , la giovane classe dirigente di al-Fatḥ nella figura di Marwān Barghūthī, sottoscrittore degli Accordi di Oslo sono in prigione in Israele perchè considerati terroristi (sono gli unici laici repubblicani socialisti e liberali palestinesi)Egitto e Giordania dopo la pace con Israele hanno rivisto rinascere il paese sotto il profilo economico,turistico e in parte sociale anche se praticamente sono delle mezze dittature.E Hamas e Hezbollah? Sono state elette democraticamente ,questo è vero ma non dimentichiamoci che anche Hitler e Mussolini furono eletti democraticamente!Non dimentichiamoci che negli anni 70 – 80 il popolo palestinese era attraversato da una mobilitazione che affondava le sue radici nell'’ispirazione alla costruzione di uno stato nazionale laico e democratico ma adesso nel 2009 siamo alla deriva integralista se non fondamentalista religiosa che attraversa , fra l'altro, tutte e tre le maggior confessioni abramitiche. (Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo) .E se avessero ragione Olmert, Livni, Barak? Una guerra contro guerriglieri fanatici e pronti a tutto? NO.Dividiamo guerre in giuste ed ingiuste?Il dialogo e la comunità mondiale sono la soluzione. Si pensa forse che una piccola pulizia etnica sia un metodo eticamente accettabile? E che sia funzionale? Per ogni morto oggi ci saranno decine di kamikaze domani.La “questione” Palestinese e Israeliana e’ nata in Europa e sta all’Europa trovare una soluzione che possa condurre ad un reale negoziato di pace.L’ Europa non e’ una realtà geografica (il confine degli Urali ad est e del Caucaso al sud sono puramente convenzionali), l’Europa non e’ neanche un entità etnico religiosa (piu’ famiglie linguistiche e piu’ religioni), l’Europa e’ un nucleo di valori il primo di tutti e’ il diritto alla cittadinanza.Questo principio dovrebbe valere anche in medio oriente per tutte le popolazioni che ivi vi abitano,e che li nascono crescono e muoiono.Una chiave di volta nella risoluzione della crisi medio orientale oltre alle proposte gia esistenti per uno Stato di Palestina. potrebbe essere il superamento dello stato nazione di Israele e la creazione di una confederazione o federazione Arabo Israeliana all’ interno della Unione Europea.
Altro fattore da prendere in prima considerazione e’ la questione
Turchia da troppo tempo i negoziati si sono arenati su questioni superabili per le diplomazie occidentali nonostante i se e nonostante i ma perpetrati da piu’ voci all‘ interno dell’ Unione Europea, la Turchia, ha attraversato un processo di secolarizzazione nel secolo scorso che, se anche effettuato a tappe forzate, ha raggiunto un grado di maturita’ diplomatica e istituzionale che e’ risorsa fondamentale per l’ Unione Europea nello scacchiere medio orientale.
La guerra non è sicuramente una soluzione al problema di
Israele.
Questa guerra non la dimenticheremo mai,non solo gi abitanti di
Gaza ma il mondo intero.
Concludiamo con una citazione di
Marwān Barghūthī che riassume un po’ lo stato d’ animo di chi vive quelle situazioni a quelle condizioni in quei territori:

“Non sono un terrorista, ma non sono neppure uno che sta a guardare (trad. pacifista). Sono semplicemente un normale uomo della strada palestinese, che difende la causa che ogni oppresso difende: il diritto di difendermi in assenza di ogni altro aiuto che possa venirmi da altre parti». (Tribuna nel
Washington Post nel 2002. )

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