
Documento politico della
"commissione commercio"
FILCAMS-CGIL di Firenze:
Da un'analisi generale della situazione della GDO emerge che, a fronte di un forte sviluppo del settore, corrisponde un'evidente impoverimento economico, sociale e un abbassamento delle tutele. Il lavoro svolto dalla Commissione Commercio, costituita da un gruppo di delegate/i Filcams Cgil, esponenti delle principali aziende del settore, ha evidenziato non poche differenziazioni, dovute alla peculiarità delle diverse imprese commerciali, ma anche molti profili comuni riguardanti primo fra tutti le varie tipologie contrattuali e la generale precarizzazione del lavoro.
E' proprio sul lavoro che vogliamo focalizzare la nostra attenzione, partendo in primo luogo da quanto discusso, a vari livelli, nella recente Conferenza di Organizzazione: ”Mettere i nostri valori al lavoro, per far sì che il lavoro con i suoi valori torni al centro dell'azione politica per dare sviluppo e coesione sociale”.
Il lavoro, quindi, non precario, non instabile, non svalorizzato e con esso, quanto da cio' consegue, e cioe' la sfera dei diritti, delle libertà, di governo del proprio tempo, nella consapevolezza che, nel corso dei decenni, il lavoro e l'idea che di esso ha il lavoratore sono profondamente mutati.
Infatti, da luogo in cui si garantiva un'identità, un senso di appartenenza, un modo di agire collettivo, si è a poco a poco trasformato in una realtà in cui i valori di solidarietà fra lavoratori sono venuti meno, a fronte di un emergente e dilagante individualismo.
La GDO cresce, i fatturati di alcune aziende leader aumentano a dismisura tanto da ipotizzare entro il 2012 aperture di altri centri commerciali.
Il tema del lavoro domenicale ha modificato fortemente l’esistenza di un tempo per il lavoro e di un tempo per il riposo e per le relazioni umane e sociali. I cambiamenti in atto, le nuove esigenze della competizione hanno forzato violentemente il tema della prestazione lavorativa.
Negli ultimi anni i contratti di lavoro sono stati caratterizzati da due fattori, variabilità e flessibilità dell’orario di lavoro. E’ certo, e ormai evidente, che non può più essere negata l’esistenza e in taluni casi, la necessità, l’esigenza di flessibilità, ma non considerata come assunta, come un dato di fatto così com’è, e basta.
Del resto la flessibilità è il frutto dei processi di cambiamento avvenuti negli ultimi anni. Però è dovere di tutti, istituzioni e sindacato compresi, rendere la flessibilità sostenibile e regolata per permettere la compatibilità tra i tempi di lavoro e i tempi di vita.
E’ necessario quindi garantire condizioni perché la flessibilità richiesta sia conciliabile con la vita delle persone a cui viene chiesta.
Ad esempio,il lavoro domenicale così come richiesto dalle aziende, crea notevoli problemi alle persone che lavorano e quindi riteniamo che sia necessario operare perché l’espansione dirompente e a volte selvaggia del lavoro domenicale, sia arginata, frenata laddove possibile, ridotta da una forte azione di tutti i soggetti interessati e competenti; quindi parliamo di rapporti tra istituzioni e organizzazioni sindacali e lavoratori innanzitutto.
Parliamo di lavoratori sotto il profilo delle condizioni di lavoro e del rapporto tra tempi di vita e tempo di lavoro.
Da un punto di vista della conseguenza sulla salute fisica e psicologica non è affatto trascurabile il dato che risulta maggiormente a rischio nelle persone che lavorano frequentemente di domenica (aumento dello stress, ad esempio).
Non possiamo tralasciare il fatto che fino ad oggi risultano, da studi fatti, i più coinvolti nel lavoro domenicale i soggetti più deboli nel mercato del lavoro.
Ma scopo di questo documento non è e non vuole essere la descrizione dei sintomi del male di lavorare troppo, perché quelli li conosciamo bene… tant’è che si è cercato e si cerca di intervenire sul piano contrattuale, introducendo sia nei CCNL e nei CIA una regolazione, e una limitazione all’esagerata estensione del lavoro domenicale. Nonostante tutto l’impegno però la tendenza delle Aziende all’allargamento degli orari commerciali continua e la firma separata dell’ultimo CCNL TDS lo dimostra.
La commissione del commercio alla luce di quanto sopra ritiene che si debba continuare a lavorare con ancora più convinzione perché anche le istituzioni non trascurino e sottovalutino il rapporto che DEVE esserci tra economia, concorrenza, competitività, ma unitamente alle esigenze dei lavoratori.
Quindi se domenica deve essere, che sia regolata, che sia possibile renderla conciliabile con i tempi di vita.
In fondo gli strumenti legislativi ci dovrebbero aiutare; la legge 53/2000 ad esempio ci parla di conciliazione tra orari di lavoro e tempi di vita, tutela delle famiglie e tempo per le esigenze personali; l’articolo 3 della Costituzione recita: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese; e ancora, la direttiva europea n. 93/104/CE.
Ma nonostante tutto il lavoro domenicale si è rapidamente esteso anche in attività che non lo necessiterebbero e in servizi di non pubblica utilità. Tant’è che anche i rappresentanti di alcune aziende leader nel settore della GDO a volte hanno fatto capire che forse in fondo aprire la domenica era più un costo ma per la prassi consolidata per cui “tanto lo fanno tutti”, allora bisogna aprire.
Concludendo. La Commissione del Commercio dopo avere analizzato e comparato le realtà più significative della GDO e della Cooperazione ritiene che si debba necessariamente stabilire una strategia comune a tutte le realtà per quanto riguarda il lavoro domenicale, seppure tenendo conto delle caratteristiche e specificità delle singole realtà,riguardo al lavoro domenicale e all'organizzazione del lavoro.
Concretizzando.
1 avviare un confronto con le istituzioni su orari di vita ed orari di lavoro affinchè possano coniugarsi fra loro e con i servizi offerti dalla città, a partire dal codice regionale.
2 escludere le deroghe per le seguenti giornate:1 gennaio, Pasqua, 25 aprile,1 maggio, 15 agosto, Natale, S. Stefano.
3 rivedere i concetti di Città turistica. Conseguentemente, riconsiderare la reale necessità e opportunità rispetto alle aperture domenicali4 prevedere un'equa distribuzione dei carichi di lavoro e forme di riconoscimento in termini economici e normativi, che incentivino i lavoratori alla partecipazione del lavoro domenicale, senza discriminazioni nei loro confronti.
E' proprio sul lavoro che vogliamo focalizzare la nostra attenzione, partendo in primo luogo da quanto discusso, a vari livelli, nella recente Conferenza di Organizzazione: ”Mettere i nostri valori al lavoro, per far sì che il lavoro con i suoi valori torni al centro dell'azione politica per dare sviluppo e coesione sociale”.
Il lavoro, quindi, non precario, non instabile, non svalorizzato e con esso, quanto da cio' consegue, e cioe' la sfera dei diritti, delle libertà, di governo del proprio tempo, nella consapevolezza che, nel corso dei decenni, il lavoro e l'idea che di esso ha il lavoratore sono profondamente mutati.
Infatti, da luogo in cui si garantiva un'identità, un senso di appartenenza, un modo di agire collettivo, si è a poco a poco trasformato in una realtà in cui i valori di solidarietà fra lavoratori sono venuti meno, a fronte di un emergente e dilagante individualismo.
La GDO cresce, i fatturati di alcune aziende leader aumentano a dismisura tanto da ipotizzare entro il 2012 aperture di altri centri commerciali.
Il tema del lavoro domenicale ha modificato fortemente l’esistenza di un tempo per il lavoro e di un tempo per il riposo e per le relazioni umane e sociali. I cambiamenti in atto, le nuove esigenze della competizione hanno forzato violentemente il tema della prestazione lavorativa.
Negli ultimi anni i contratti di lavoro sono stati caratterizzati da due fattori, variabilità e flessibilità dell’orario di lavoro. E’ certo, e ormai evidente, che non può più essere negata l’esistenza e in taluni casi, la necessità, l’esigenza di flessibilità, ma non considerata come assunta, come un dato di fatto così com’è, e basta.
Del resto la flessibilità è il frutto dei processi di cambiamento avvenuti negli ultimi anni. Però è dovere di tutti, istituzioni e sindacato compresi, rendere la flessibilità sostenibile e regolata per permettere la compatibilità tra i tempi di lavoro e i tempi di vita.
E’ necessario quindi garantire condizioni perché la flessibilità richiesta sia conciliabile con la vita delle persone a cui viene chiesta.
Ad esempio,il lavoro domenicale così come richiesto dalle aziende, crea notevoli problemi alle persone che lavorano e quindi riteniamo che sia necessario operare perché l’espansione dirompente e a volte selvaggia del lavoro domenicale, sia arginata, frenata laddove possibile, ridotta da una forte azione di tutti i soggetti interessati e competenti; quindi parliamo di rapporti tra istituzioni e organizzazioni sindacali e lavoratori innanzitutto.
Parliamo di lavoratori sotto il profilo delle condizioni di lavoro e del rapporto tra tempi di vita e tempo di lavoro.
Da un punto di vista della conseguenza sulla salute fisica e psicologica non è affatto trascurabile il dato che risulta maggiormente a rischio nelle persone che lavorano frequentemente di domenica (aumento dello stress, ad esempio).
Non possiamo tralasciare il fatto che fino ad oggi risultano, da studi fatti, i più coinvolti nel lavoro domenicale i soggetti più deboli nel mercato del lavoro.
Ma scopo di questo documento non è e non vuole essere la descrizione dei sintomi del male di lavorare troppo, perché quelli li conosciamo bene… tant’è che si è cercato e si cerca di intervenire sul piano contrattuale, introducendo sia nei CCNL e nei CIA una regolazione, e una limitazione all’esagerata estensione del lavoro domenicale. Nonostante tutto l’impegno però la tendenza delle Aziende all’allargamento degli orari commerciali continua e la firma separata dell’ultimo CCNL TDS lo dimostra.
La commissione del commercio alla luce di quanto sopra ritiene che si debba continuare a lavorare con ancora più convinzione perché anche le istituzioni non trascurino e sottovalutino il rapporto che DEVE esserci tra economia, concorrenza, competitività, ma unitamente alle esigenze dei lavoratori.
Quindi se domenica deve essere, che sia regolata, che sia possibile renderla conciliabile con i tempi di vita.
In fondo gli strumenti legislativi ci dovrebbero aiutare; la legge 53/2000 ad esempio ci parla di conciliazione tra orari di lavoro e tempi di vita, tutela delle famiglie e tempo per le esigenze personali; l’articolo 3 della Costituzione recita: È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese; e ancora, la direttiva europea n. 93/104/CE.
Ma nonostante tutto il lavoro domenicale si è rapidamente esteso anche in attività che non lo necessiterebbero e in servizi di non pubblica utilità. Tant’è che anche i rappresentanti di alcune aziende leader nel settore della GDO a volte hanno fatto capire che forse in fondo aprire la domenica era più un costo ma per la prassi consolidata per cui “tanto lo fanno tutti”, allora bisogna aprire.
Concludendo. La Commissione del Commercio dopo avere analizzato e comparato le realtà più significative della GDO e della Cooperazione ritiene che si debba necessariamente stabilire una strategia comune a tutte le realtà per quanto riguarda il lavoro domenicale, seppure tenendo conto delle caratteristiche e specificità delle singole realtà,riguardo al lavoro domenicale e all'organizzazione del lavoro.
Concretizzando.
1 avviare un confronto con le istituzioni su orari di vita ed orari di lavoro affinchè possano coniugarsi fra loro e con i servizi offerti dalla città, a partire dal codice regionale.
2 escludere le deroghe per le seguenti giornate:1 gennaio, Pasqua, 25 aprile,1 maggio, 15 agosto, Natale, S. Stefano.
3 rivedere i concetti di Città turistica. Conseguentemente, riconsiderare la reale necessità e opportunità rispetto alle aperture domenicali4 prevedere un'equa distribuzione dei carichi di lavoro e forme di riconoscimento in termini economici e normativi, che incentivino i lavoratori alla partecipazione del lavoro domenicale, senza discriminazioni nei loro confronti.
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