venerdì 12 settembre 2008

Caro vita



L'inflazione non è uguale per tutti

Il caro vita colpisce i salari più bassi. Colpa di una rilevazione che elimina le differenze tra le classi di reddito. L’opinione di tre centri di ricerca: Istat, Eurispes e Ires
di Manuele Bonaccorsi
Difficile incontrare per strada il vero “italiano medio”, la sintesi perfetta tra 58 milioni di individui, ognuno con i propri gusti ed eccentricità. Chi di mestiere fa statistiche, però, con il signor Rossi ha a che fare tutti i giorni e a lui ha molto da chiedere. A partire da cosa consuma. Il signor Rossi, il cui reddito familiare - ammettiamo - è di 2.000 euro, ne spende 336 in beni alimentari e solo 26 in pane. Paga un affitto - beato lui - di 42 euro, 60 tra gas ed elettricità, altrettanti per l’arredamento. Spende 300 euro per i trasporti, ma solo 44 in benzina. Importante: il signor Rossi non ha un mutuo, e quindi può permettersi di pagare al ristorante un conto di 97 euro. Non vi riconoscete nel carrello della spesa del Signor Rossi? È perchè l’uomo medio non esiste. Ma sulla base dei suoi consumi l’Istat ogni mese calcola le variazioni dei prezzi, l’inflazione. Un tasso che serve a decidere le politiche economiche e fiscali dei governi, a rinnovare i contratti di lavoro, a garantire l’ancoraggio delle retribuzioni ai prezzi. Insomma, ogni singolo bene che il signor Rossi consuma ha un’importanza cruciale per la distribuzione dei redditi del paese.

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