martedì 9 settembre 2008

accordo separato del commercio...si discute


Assemblea dei lavoratori delle

librerie fiorentine


Il 12 settembre prossimo dalle 9 alle 12 nel Salone Di Vittorio della Cgil di Firenze (Borgo dei Greci 3), si terrà l’assemblea aperta dei lavoratori delle librerie di Firenze, alla quale prenderà parte anche il segretario generale della Cgil di Firenze Mauro Fuso e che sarà concluso dalla segretaria generale della Filcams Toscana Dalida Angelini. Una assemblea necessaria, si legge in una nota della Filcams Cgil, perché in occasione dell’accordo separato del Commercio, i “lavoratori delle librerie vogliono aprire una discussione di merito, fornendo il loro contributo sui temi che più hanno contrapposto le associazioni datoriali (Confcommercio, Confesercenti) e le organizzazioni Sindacali, come le domeniche lavorative e la contrattazione di secondo livello”.
“Cosa significa lavorare in una libreria oggi, e che contributo si fornisce alla vita culturale cittadina?”, di chiede il sindacato: “In tempi in cui le librerie vivono di deroghe ai regolamenti commerciali, restando aperte quasi 365 giorni all’anno, in orari serali e notturni, adempiendo a un ruolo che potrebbe essere definito ‘socio-culturale’, perché si continua a dequalificare chi ci lavora?”.
Le librerie, dice la nota, sono sempre più anche locali pubblici in cui trascorrere del tempo di qualità, e dunque bisognerebbe valorizzarle, proteggerle e liberarle dall’esclusivo dominio del profitto: “Un libraio è ancora un libraio? O è semplicemente un addetto alle vendite, che potrebbe occuparsi indifferentemente di libri, bottoni, calzature o scatole di fagioli? Le grandi librerie sono destinate davvero a diventare grandi magazzini di massa? Sarà ancora possibile domandare un consiglio a un libraio, scambiare le proprie impressioni di lettura, chiedere un chiarimento su un editore, o semplicemente scambiare due chiacchiere sul senso della vita? Ed è ancora vero quanto sancito in sede europea, sulla bivalenza del libro come prodotto culturale e commerciale insieme? Tutto ciò è realistico in un posto dove i libri non si chiamano più libri ma ‘pezzi’?”.
Prima di tutto, dice ancora il sindacato, vengono le persone che in libreria lavorano, sono lo a fare la differenza: “Lavorare in mezzo alla cultura rimane pur sempre un lavoro molto ambito e desiderato… fino a quando non si scopre che è precario, mal pagato, sottoposto a orari assurdi. E’ ancora possibile scommettere sulla qualità in un settore sempre più assediato dalla precarietà, dai turni disagiati, dall’impossibilità di conciliare tempi di vita e di lavoro?”.
Di questo parleranno i lavoratori delle più importanti librerie fiorentine: “esperienze virtuose e situazioni critiche, domeniche fra gli scaffali e serate con l’ultimo Harry Potter, grandi speranze e piccole delusioni di un mestiere che spera di non trasformarsi in un lavoro alienante”.



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