
I precari e l'indennità per malattia
Sono milioni, lavorano senza certezze, non hanno ferie pagate e in caso di malattia devono far fronte ai mancati guadagni, generati da eventuali giorni di inattività, attingendo dai propri risparmi (un'utopia vista l'entità dei compensi percepiti e il carovita). E' così che queste persone, appartenenti alle categorie non protette - precari, stagionali, liberi professionisti e lavoratori autonomi - sono costrette a lavorare anche malate, con la febbre a 39, tosse, mal di testa, bronchite e chissà che altro. Giacomo Milillo, segretario della Fnmg (Federazione nazionale dei medici di famiglia), denuncia un aumento dei pazienti che rifiutano certificati medici per 3 o 4 giorni di riposo, o ne chiedono almeno la riduzione. Il fenomeno che - secondo Emilio Reyneri, ordinario in Sociologia del lavoro alla facoltà di Sociologia della Bicocca di Milano - in passato riguardava soprattutto i lavoratori precari più ricattabili, ora va coinvolgendo anche i titolari di partita iva, diplomati e laureati di fascia alta. C'era da aspettarselo? Politici e giuslavoristi (esperti di diritto del lavoro) hanno affermato che flessibilità doveva essere la parola d'ordine dei lavoratori. I precari hanno preso il termine alla lettera: il lavoratore di oggi è flessibile, si flette alle moderne esigenze del mercato del lavoro e, appunto, anche se malato lavora lo stesso perché il rischio reale, oltre a rimetterci la paga già bassa, è di perdere il lavoro. Nei luoghi di lavoro ad alta densità di precarizzazione i più giovani ricorderanno solo vagamente che una volta, anni fa, i loro genitori o i loro nonni avevano ottenuto buone garanzie se dipendenti, o percepivano, almeno, redditi adeguati ai rischi e agli adempimenti che si accollavano con il lavoro autonomo; è probabile che le nuove risorse umane saranno ancora più flessibili all’unica realtà che hanno conosciuto? Dovremo aspettarci precarietà e retribuzioni sempre più basse? Secondo Emilio Reyneri, ordinario in Sociologia del lavoro, uno dei grandi temi è proprio il basso livello delle retribuizioni dei precari che in altri paesi, al contrario, sono premiati con retribuzioni più alte.
FONTE:tuttogratis.it
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