
Mega-centri commerciali. E’ vero risparmio?
Pubblichiamo una lettera pervenuta a "La Provincia Pavese"
Caro direttore, pare che in provincia di Pavia vogliano aprire altri centri commerciali, ad Albuzzano, a Borgarello, ecc… Forse la prima reazione è positiva: nuovi posti di lavoro, prodotti che costeranno meno, ma invece la reazione deve essere negativa. Il centro commerciale come oggi lo intendiamo è composto nella maggior parte dei casi da un ipermercato (con superficie superiore ai 2500 mq) e da negozi satelliti o magneti (che invece magneti non sono). Le persone ingenuamente vanno al centro commerciale a fare la spesa «perché li c’è tutto» e devono passare obbligatoriamente tra i negozi che invogliano ad un acquisto che in quel momento non si era preventivato. Se comunque nei negozi non si acquista nulla (ma comunque il nostro cervello comincia a macinare e pensare un acquisto futuro), allora entriamo nell’ipermercato dove, anche se mi munisco di una lista dettagliata sono invogliato subito, all’ingresso, da prodotti in offerta. Spesso compro, ma compro senza averne bisogno. Ma la cosa più sconvolgente è che penso di averli fregati, cosa che invece, purtroppo, non è. Alla fine se dovessi contare i prodotti «fuori lista» mi accorgerei che sono quasi superiori a quelli in lista. E mi accorgo che sono stati loro a fregarmi.Per cui è giusto che passi questo messaggio: nei centri commerciali si spende di più e si acquista oggetti che non servono. Per queste ragioni è meno dispendioso comprare in un supermercato (con superficie da 400 a 2500 mq) proprio perché si acquista solo quel che serve o poco di più. Facevo la spesa al Gs della Torretta. Una volta chiuso mi sono dirottato verso il Carrefour. Spendo di più ora che prima nella misura di circa il 20-30%. Ovviamente sono dati non precisi, ma alla fine del mese posso capire che si possono sentire. Per queste ragioni dobbiamo dire basta ai centri commerciali (in Lombardia sono più di 200!).
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