
Episodio analogo la scorsa primavera.Protagonista una cassiera con problemi ai reni.
Una pausa per fare la pipì si è trasformata in rissa.
Non sarebbe una notizia se non fosse accaduto in un supermercato dell' Esselunga, al centro di polemiche e proteste e inchieste penali per la vicenda di una cassiera che non veniva autorizzata ad andare in bagno.
Andiamo con ordine. Poco prima delle 19.30 di mercoled i carabinieri del 112 vengono chiamati in una delle tante filiali dell' Esselunga di Milano. I militari pensano che si tratti del solito topo di scaffali pizzicato con formaggio e confezioni di carne. Invece no. A darsele non sono guardie e ladri, ma un vice direttore e un dipendente.
Causa delle cassetta di frutta scagliata contro il superiore dal lavoratore il diniego a concedergli la pausa per i suoi bisogni fisiologici. La notizia del mattinale è piuttosto scarna e dei motivi che hanno spinto l'uno a negare e l'altro a colpire non sono riportati. Certo è che i due iniziano a discutere, poi a litigare. Il bisognoso di una toilette,32 anni, avrebbe afferratola cassetta e l'avrebbe usata a mo' di clava contro la faccia del vice direttore, 45 anni. Sul postoè stato chiesto quindi anchel'intervento di un'ambulanzache ha portato il ferito al Policlinico,in codice verde e quindi senza nessuna urgenza,dove è stato medicato per una lieve
ferita. Ai due contendenti l'onere di querelarsi a vicenda nel caso volessero passare dalle vie di fatto a quelle legali.
Un episodio questo che può apparire banale se nella primavera scorsa non fosse scoppiato un caso per la vicenda di una donna italo-peruviana che aveva denunciato i suoi superiori per mobbing.
Alla donna, secondo la sua denuncia appoggiata dai compagni di lavoro con proteste e presidi dell' Esselunga di viale Papiniano, un'altra filiale,sarebbe stato impedito, nonostante un problema di salute, di andare in bagno. E così il confronto tra lavoratrice e dirigenti erano finito in Procura con l'apertura di due inchieste, l'iscrizione nel registro degli indagati di tre persone e quattro ipotesi di reato. Ora quella vicenda,di cui sono titolari il pm Piero Basilone e l'aggiunto Nicola Cerrato, sta per chiudersi.
Si attende solo il deposito della consulenza medica disposta dagli inquirenti per capire quali lesioni abbia subito la donna.
Quello avvenuto nel supermercato non è l'unico caso di mobbing. Lo sportello della Camera del lavoro ogni anno registra i casi di circa mille lavoratori all'anno.
Nove anni fa, quando lo sportello ha aperto, erano 250
Dei 1080 lavoratori che chiedono aiuto vengono seguiti 300 casi e di questi 180 diventano cause.
Giovanna Trinchella da IL Firenze pag 14 28/11/08
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