mercoledì 30 luglio 2008


LA NORMA ANTI-PRECARI


Cos'e' "la norma anti-precari" che il governo sta discutendo con le parti sociali e datoriali?Eccone una breve ma esaustiva spiegazione tratta da Repubblica.it:


Il provvedimento. Finora il magistrato che riscontrava irregolarità sul ricorso a uno o più contratti a termine, poteva obbligare il datore di lavoro a riammettere in servizio il lavoratore con un contratto a tempo indeterminato. Se passerà la nuova norma, il giudice dovrà limitarsi ad applicare all'azienda una sanzione di entità variabile tra le 2,5 e le 6 mensilità (la stessa prevista per le imprese al di sotto dei 15 dipendenti). Con la sanatoria, il diritto al reintegro decadrà per chi in questo momento è in causa.


Favorevoli gli imprenditori. Di parere opposto Confindustria: "Il provvedimento va nella direzione giusta - commenta il direttore generale di Confindustria Maurizio Beretta - un po' di semplificazione e di minor rigidità è quello che serve al mercato del lavoro. In questo, come in altri casi, non è di sanzioni che abbiamo bisogno ma di norme praticabili, che abbiano un senso logico rispetto alla situazione reale".


I sindacati sul piede di guerra. Dura reazione dei sindacati, che accusano il governo di lasciare alle imprese "mano libera sull'uso dei contratti a termine". "E' una misura molto negativa - denuncia Fulvio Fammoni segretario confederale Cgil con delega al mercato del lavoro - lascia aperta ogni possibilità per le aziende sull'uso del contratto a termine, senza che, in caso di irregolarità, queste abbiano alcuna ripercussione futura".
ULTIMORA
Le modifiche riguardanti le norme su precari e assegni sociali sono state presentate in mattinata dal relatore Salvo Fleres in commissione Bilancio del Senato. L'emendamento sui precari interesserà solo i contenziosi in corso. La proposta di modifica indica, infatti, che "con riferimento ai soli giudizi in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, e fatte salve le sentenze passate in giudicato", in caso di violazioni di legge "il datore di lavoro è tenuto unicamente a indennizzare il prestatore di lavoro con un'indennità di importo compreso tra un minimo di 2,5 e un massimo di 6 mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto". Tutto questo dovrebbe circoscrivere la norma ai ricorsi dei lavoratori delle Poste e a pochi altri casi.






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